Critica principale alla moderna interpretazione dello yoga

La critica principale alla moderna interpretazione dello yoga si concentra sulla crescente tendenza a ridurre lo yoga a un semplice esercizio fisico, separandolo dalla sua dimensione spirituale e meditativa.

Questa tendenza, è alimentata da alcuni fattori da prendere in considerazione:

La commercializzazione dello yoga: L’industria moderna dello yoga, spinta da interessi economici, tende a promuovere lo yoga come una forma di fitness, di allenamento fisico, trascurando gli aspetti più profondi della tradizione millenaria che la contraddistingue. Questo approccio “svuota” lo yoga del suo vero significato, trasformandolo in un prodotto da vendere.

 La diffusa dicotomia “yoga e meditazione”, che presenta queste due discipline come entità separate, contribuisce a rafforzare la visione dello yoga come una pratica fisica. Il Centro di Cultura Rishi si oppone fermamente a questa separazione, sottolineando che la meditazione (Dhyana) è parte integrante dello yoga, non una disciplina separata. Questa divisione artificiale distorce la comprensione della tradizione yogica e contribuisce alla sua commercializzazione e banalizzazione .

La separazione tra yoga e meditazione ha diverse conseguenze negative:

Il focus si sposta sulle asana e sull’aspetto fisico della pratica, perdendo di vista la profondità filosofica e spirituale dello yoga. L’obiettivo dello yoga, che è l’unione con il divino attraverso il samadhi, viene messo in secondo piano. La meditazione, intesa come parte integrante dello yoga, è fondamentale per raggiungere questo stato di unione. È importante sottolineare che la meditazione non è una “pratica” separata, bensì uno stato dell’essere che si manifesta quando la mente si calma e si ritira dai pensieri e dalle distrazioni

In tutti i corsi proposti al Centro vengono presentate tecniche di concentrazione, rilassamento e meditazione che hanno la stessa valenza, se non superiore, rispetto all’aspetto fisico.

La diffusione dello yoga in occidente ha portato a una reinterpretazione della tradizione in chiave moderna, spesso privilegiando gli aspetti fisici e posturali a scapito della dimensione spirituale. Questo fenomeno ha contribuito a creare una visione parziale e incompleta dello yoga, privandolo della sua forza alchemica trasformativa.

C’è da preoccuparsi profondamente per le conseguenze di questa interpretazione riduttiva dello yoga, sostenendo che essa priva i praticanti della possibilità di accedere al suo pieno potenziale.

L’enfasi esclusiva sugli aspetti fisici, trasforma lo yoga in una pratica superficiale, limitandone i benefici a livello di benessere fisico e trascurando la sua capacità di promuovere la crescita spirituale, la conoscenza del Sé e la liberazione dalla sofferenza.

L’utilizzo di una nomenclatura delle posture che fa riferimento a termini occidentali che cercano di tradurre il reale nome attribuito dai Maestri alle posture o che cercano di interpretare maldestramente il loro significato, ha l’effetto di depauperare il messaggio che lo Yoga trasmette.

Per usare le parole del Dott. Swami Gitananda Giri GuruMaharaj:

Nell’ambito dello yoga, manteniamo le cose entro un certo concetto vibratorio.

Bisogna mantenere intatta la vibrazione. Il rischio è di fare buchi nel tessuto dello yoga.

Invitiamo quindi a recuperare il vero significato dello yoga, riconoscendolo come un sistema olistico che integra corpo, mente e spirito. Per far questo, è necessario andare oltre la visione superficiale promossa dall’industria del fitness, approfondendo la dimensione spirituale, etica e meditativa dello yoga, come trasmessa dalla tradizione millenaria della Cultura dei Rishi.