Rishi

Etimologia Rishi:

Il termine Rishi si traduce letteralmente come “veggente”.

Nella tradizione indiana i Rishi erano considerati i veggenti o i saggi autori dei più antichi inni sacri vedici e per tale motivo, in epoca più recente, tra le accezioni del vocabolo (riportate in Monier-williams-“Sanskrit-English Dictionary”) si incontra anche quella di “poeta ispirato”.

L’etimologia è controversa: quella più accreditata fa risalire l’origine della parola al verbo sanscrito drish (dall’indoeuropeo *drik-) che significa “vedere” e al sostantivo maschile drish, suo omògrafo, che significa “visione”, ma anche “conoscenza”.

Il vedere non allude alla capacità di percepire la realtà fisica attraverso gli organi di senso, ma piuttosto alla capacità di “vedere con la menteal di là della visione “fisica”.

I Rishi, dunque, sono capaci di avere una visione “illuminata” in virtù della luce della conoscenza.

Dal verbo drish è derivato il sostantivo femminile drishti che indica non a caso sia la “visione”, sia la “saggezza”, ossia la capacità di pensare e di agire secondo criteri dettati da un percorso conoscitivo acquisito ed esperito attraverso la “visione della mente”.

Al verbo drish sembrano potersi ricollegare il sostantivo antico irlandese arsan che significa “anziano avvezzo alla saggezza” e il sostantivo drech, “viso”, mentre in greco si può ricollegare l’origine del verbo drakein che significa “scorgere”